Data di pubblicazione: 24/07/2005
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Bisogni degli anziani e ruolo delle Unita Valutative Geriatriche

Quantità e qualità dei nuovi bisogni della popolazione anziana.  Crisi dei riferimenti operativi tradizionali e proposta di un modello consultoriale delle UVG

Antonio Guaita, Direttore Medico Istituto Geriatrico “C. Golgi” di Abbiategrasso (MI) - In “Appunti sulle politiche sociali”, n. 2/2002 (139).

Di fronte all’aumento numerico, assoluto e relativo, della popolazione anziana e alla crescita di bisogni che comporta, uno degli errori più comuni, è quello di prevedere la semplice moltiplicazione di quello che esiste (più ospedali, più case di riposo), generando così una visione apocalittica del futuro peso economico dell’assistenza agli anziani disabili. Altre volte invece il rimedio a ciò diviene la negazione della reale dimensione del problema, ipotizzando una diminuzione di domanda assistenziale che non si è capito bene da che dovrebbe dipendere; o ancora si fanno ipotesi di totale disinvestimento pubblico dal settore affidandosi agli automatismi del mercato; oppure al contrario c’è chi si aggrappa agli enunciati costituzionali per rivendicare la cura gratuita a carico del SSN degli anziani malati cronici, sottovalutando di fatto il problema economico conseguente. Non è necessario citare i protagonisti di queste posizioni, visto che sono diffuse in più soggetti e più punti del quadro culturale e istituzionale del nostro paese. La tesi di questo articolo è: che vi è e vi sarà un reale aumento “quantitativo” dei bisogni della popolazione anziana, ma che la risposta a tali bisogni deve tenere conto anche dei cambiamenti “qualitativi” presenti in loro e nel contesto famigliare e sociale. Questi cambiamenti hanno messo in crisi il concetto di malattia come indicatore unico del bisogno dei malati, così come la visione statica del supporto sociale, rendendo necessari dei nuovi paradigmi operativi. Il pensare che la soluzione stia solo nella “equità” distributiva di quello che esiste, genera una gestione “autorizzativa” dell’accesso ai servizi, producendo inefficienza e nuovi costi. In conseguenza di ciò le Unità Valutative Geriatriche invece di rappresentare una novità favorevole per i nuovi bisogni degli anziani stanno correndo il rischio di divenire strumenti burocratici, lontani dalla loro origine e dai loro obiettivi. Per questo viene proposto un nuovo paradigma di contenuto (la salute invece della malattia) e un nuova metodologia operativa (consultoriale geriatrica) per le UVG.

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