Dopo la morte della psichiatra Barbara Capovani «Non ero il medico di Gianluca Paul Seung, ma l’ho incontrato a molti convegni e sporadicamente è venuto a trovarmi a Montecatini; l’ultima volta che l’ho visto, quattro o cinque anni fa, gli ho detto che aveva assolutamente bisogno di curarsi, perché non stava bene. Non mi aspettavo, però, questo tipo di violenza». Sono questi i ricordi di Vito D’Anza, direttore del dipartimento di salute mentale dell'ospedale di Pescia, in provincia di Pistoia, sull’uomo che avrebbe aggredito la psichiatra Barbara Capovani fuori dall’ospedale di Pisa, causandone la morte. La vicenda, tuttavia, potrebbe essere sintomo di un malessere più profondo del mondo della psichiatria, che trova le sue radici nel tradimento della riforma legata al nome di Franco Basaglia. Leggi su VITA. Sul tema: - A 45 anni dalla Legge Basaglia, liberarsi ancora dal manicomio - 450 psichiatri scrivono a Mattarella: “Basaglia si rivolta ..., Lettera a Mattarella - Sanita: il folle e la sicurezza; - Restare terapeuti. Anche di fronte al male; - Il tragico destino di una brava psichiatra; - Dopo l’omicidio della psichiatra Barbara Capovani. Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter PUOI SOSTENERE IL NOSTRO LAVORO ANCHE CON IL 5 x 1000. La gran parte del lavoro per realizzare questo sito è fatto da volontari, ma non tutto. Se lo apprezzi e ti è anche utile PUOI SOSTENERLO IN MOLTO MODI.