Riflessioni sulla legge delega sulla non autosufficienza Criticità e proposte per i decreti delegati. Per “curare a casa” davvero (come dice il PNRR) un non autosufficiente occorre: 1) Certo, potenziare gli interventi sanitari a domicilio: infermieristici, diagnostici (come la radiologia domiciliare e i prelievi per esami), riabilitativi, e superare interventi del medico di medicina generale come operatore che lavora da solo. 2) Ma soprattutto bisogna fornire molti più sostegni per la tutela negli atti della vita quotidiana (per andare a letto ed alzarsi, usare i servizi igienici, mangiare, vestirsi). È la mancanza di questi sostegni che oggi costringe a ricoveri indesiderati in RSA, o ad opporsi alle dimissioni dall’ospedale, o a portare per disperazione i non autosufficienti al Pronto Soccorso, o al crollo delle famiglie. E (purtroppo) il PNRR finanzia soprattutto il potenziamento dell’ADI come è ora (infermieri a domicilio, a volte in alcune Regioni con poche ore di OSS). La legge delega non contiene un impegno strategico per potenziare l’offerta di supporti domiciliari tutelari negli atti della vita quotidiana. Si limita a rinviare a fondi esistenti, e a prevedere “integrazione tra ADI e SAD (’art. 4, comma 2, lettera n), che non è un potenziamento. Puoi approfondire in welforum.it. Vedi anche: Non autosufficienza. La legge delega. Testo e commenti (L. 33/2023). Dello stesso autore: Riforme per la non autosufficienza: ma quali? pubblicato precedentemente all'approvazione della Delega; - Riforma per la non autosufficienza e assistenza domiciliare. Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. PUOI SOSTENERE IL NOSTRO LAVORO CON IL 5 x 1000. La gran parte del lavoro per realizzare questo sito è fatto da volontari, ma non tutto. Se lo apprezzi e ti è anche utile PUOI SOSTENERLO IN MOLTO MODI. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.