Se il medico sceglie un solo lavoro Elena Granaglia riprende un articolo di Giovanni Berlinguer pubblicato nel 1991 sull’Unità che avanza diversi argomenti in difesa dell’esclusività del rapporto di lavoro per i medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale. Nei suoi commenti all’articolo, Granaglia mette in evidenza la saggezza (oltre che l’attualità) degli argomenti di Berlinguer e lamenta il fatto che essi siano rimasti lettera morta, con la conseguenza di porre costi non indifferenti a carico del SSN (...) Le sollecitazioni di Berlinguer restano assolutamente attuali. Vorrei portare l’attenzione su alcune di esse. Innanzitutto, Berlinguer obbliga a confrontarsi con la pluralità di principi etici che, se si consente il doppio lavoro – per il pubblico e contemporaneamente per il privato -, rischiano di essere violati e che la moralizzazione dell’attività dello Stato, grazie alla scelta di un unico lavoro, permetterebbe di rispettare. Il riferimento è all’universalità dei diritti e al valore intrinseco dell’accesso ai servizi fondamentali per la salute che la disponibilità a pagare mette a repentaglio. Il che non significa, sottolinea Berlinguer, che il privato sia male in sé. La medicina privata rafforza però il peso della variabile censitaria – solo chi ha soldi può accedervi – e, pur riconoscendo l’ovvia attenzione dei medici privati al valore intrinseco della cura dei propri pazienti, introduce un incentivo a prestare attenzione al valore estrinseco della remunerazione economica. Approfondisci in eticaeconomia. Vedi anche: La grande crisi del Servizio Sanitario Nazionale. Altri materiali nella sezione documentazione politiche sociali. La gran parte del lavoro per realizzare questo sito è fatto da volontari, ma non tutto. Se lo apprezzi e ti è anche utile PUOI SOSTENERLO IN MOLTI MODI. PUOI SOSTENERE IL NOSTRO LAVORO CON IL 5 x 1000. Clicca qui per ricevere la nostra newsletter.