Disabilità. Il Comune di Filottrano taglia i servizi domiciliari. Ripristinare le ore stabilite nei progetti individualizzati
10 marzo 2025
- Sindaco e giunta Comune Filotttrano
Oggetto: Tagli ai servizi persone con disabilità. Richiesta ripristino ore definite nei progetti individualizzati redatti da Unità multidisciplinari.
Nei giorni scorsi siamo stati contattati da alcune famiglie del Comune di Filottrano che ci hanno comunicato l’avvenuto taglio, da parte dell’Amministrazione, di ore dei servizi domiciliari con decorrenza 1 marzo 2025.
Una decisione che sorprende, desta estrema preoccupazione e che chiediamo da subito di revocare.
Il Comune di Filottrano (purtroppo, non è la prima volta che succede) che siede anche nel Consiglio di Amministrazione di ASP, sa bene che questi servizi sono all’interno di una gestione associata, delegata ad ASP e che in quel contesto si definisce la programmazione degli interventi (definiti peraltro recentemente nel Piano programmatico 205-27). E che gli stessi vengono erogati a seguito di valutazione da parte di un organismo di tipo tecnico (Unità multidisciplinare) collocata a livello di Distretto.
Dovrebbe inoltre essere a conoscenza che, come in questo caso, gli interventi domiciliari educativi e di aiuto alla persona sono erogati da ASP, come da regolamento vigente, a seguito di progettazione individualizzata e personalizzata da parte dell’Unità multidisciplinare distrettuale che definisce un’indicazione oraria funzionale al raggiungimento degli obiettivi programmati.
Allo stesso modo, lo stesso regolamento prevede che i servizi nel mese di agosto non vengono sospesi nel caso in cui il progetto personalizzato lo preveda e dunque si ritenga necessario che lo stesso sia erogato su 12 mesi.
Nel ritenere, pertanto, estremamente grave la decisione unilaterale del Comune di Filottrano, ribadiamo la richiesta di immediata sospensione dei tagli e sollecitiamo ASP ad intraprendere iniziative nei confronti dell’Amministrazione volte a far comprendere che si tratta di interventi definiti da una progettazione effettuata da un organismo tecnico e che partecipare ad una gestione associata non può consentire decisioni unilaterali che non possono non tener conto del contesto entro cui una municipalità opera.
Certi, per tutto quanto sopra, che vorrete rivedere da subito le decisioni assunte, comunichiamo altresì che la nostra associazione sosterrà le famiglie in ogni azione volta al raggiungimento di questo obiettivo.
Cordiali saluti
Gruppo Solidarietà
P.S. - Nei giorni scorsi (14 marzo) il sindaco di Filottrano ha diffuso questo comunicato nel quale annuncia il ripristino delle ore tagliate a giugno. Quanto al resto ... ricordiamo che per accedere ai servizi ci sono delle regole: valutazione e progetto.
NEL 2011
29 gennaio 2011
Il Comune di Filottrano decide di ridurre le ore del personale educativo nel centro diurno per disabili. Esiste ancora una gestione associata dei servizi?
Nei giorni scorsi le nostre associazioni erano intervenute riguardo la sospensione di un servizio rivolto ad una minore con disabilità da parte del Comune di San Paolo di Jesi. Ora la questione si ripropone e riguarda il Centro diurno per disabili di Filottrano che ospita 11 utenti, di cui uno residente in altro Comune.
Il Comune ha deciso che dal 1 febbraio le ore del personale educativo saranno ridotte di quasi 5 al giorno (oltre 23 settimanali). Oltre al fatto in sé, tale decisione è molto grave in quanto il Comune di Filottrano non gestisce i servizi per conto proprio ma in forma associata con altri 16 Comuni del territorio attraverso lo strumento giuridico della Convezione. Si tratta di un unico servizio intercomunale, regolamentato in forma associata e oggetto di unico affidamento. Il Centro diurno deve inoltre rispondere ai requisiti di personale. Indispensabili ai fini dell’autorizzazione, fissati dalla Regione. Appare pertanto inverosimile che un Comune – interno ad una gestione associata intercomunale – decida in maniera autonoma una riduzione del servizio (disciplinato da appalto), riservandosi anche competenze tecniche nella modalità di rimodulazione.
Si tratta di un precedente di gravità assoluta perché inaugurerebbe la stagione di un devastante fai da te da parte di ogni amministrazione. Questi sono i presupposti che dovrebbero portare alla gestione associata di tutti i servizi sociali a livello di Ambito? A fronte di questa situazione si chiede quali iniziative sono state prese, per contrastare questa decisione, da parte del Coordinamento del servizio associato che ha Jesi come comune capofila. Per parte nostra diffidiamo dal dare corso a questa intenzione.
Con l’occasione vogliamo essere estremamente chiari riguardo i Regolamenti in via di revisione da parte di un gruppo tecnico. Se la loro revisione sarà funzionale e strumentale ai fini di tagli dei servizi (alcuni già avvenuti a partire dal mese di gennaio) dichiariamo fin d’ora che la nostra risposta sarà estremamente energica.
Cogliamo infine l’occasione per alcune considerazioni a riguardo delle proposte che il presidente del Consiglio comunale di Jesi, ha avanzato al fine di recuperare i 3,5 milioni di euro di disavanzo. Tra i settori indicati ci sono anche i servizi sociali. Vorremmo ricordare come in questo settore tagli siano già avvenuti (vedi servizi per anziani).
Qui vogliamo riferirci alle indicazioni riguardanti la rinnovata richiesta di contributo per mensa e trasporto da parte dei disabili che frequentano i centri diurni. Cingolani conosce bene la normativa vigente perché da assessore l’ha applicata. Non sappiamo se l’ipotesi è quella di far cassa con questo contributo. Occorre allora ricordare che gli utenti jesini che frequentano i centri diurni sono meno di 30. Si pensa di poter incidere su un disavanzo di 3,5 milioni con un contributo su pranzo e trasporto riguardante meno di 30 persone (che ricevono una pensione mensile di 240 euro al mese)? Quanto può incidere qualche decina di migliaia di euro, cui si deve detrarre le spese del personale che lavora alla riscossione e alle altre spese connesse? Pochi mesi fa un Comune del nord ha tentato di far cassa chiedendo 240 euro mensili. I familiari hanno fatto ricorso ed il TAR ha annullato quella deliberazione.
Ci auguriamo di cuore che Jesi non voglia percorrere quella strada. Ciò che invece urgentemente deve essere fatto, a proposito di centri diurni, è il trasferimento del Centro diurno Maschiamonte presso una sede più adeguata.
Gruppo Solidarietà, Anffas Jesi, Il Mosaico
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