IN CIMA AI NOSTRI PENSIERI. Lettera aperta al Presidente e all’assessore alla salute
Carissimi Gianmario e Almerino (permetteteci, una volta, di chiamarVi per nome)
Chissà quante volte in questo ultimo anno avete pensato di chiamarci per sapere se eravamo soddisfatti del lavoro regionale, rispetto alle modifiche alle delibere sui servizi sociosanitari. Avete l’appunto sul tavolo con nomi e riferimenti telefonici e ogni volta rinviate per una nuova urgenza. Ma l’idea è sempre fissa lì. Non riesce a lasciarvi!
Tutta quella gente che ha manifestato, un bel po’ di tempo fa, in uno dei pochi giorni dell’anno in cui ha nevicato nell’entroterra e la temperatura era sotto lo zero, sarà contenta del lavoro che la Regione sta facendo? E’ vero non li abbiamo mai chiamato ma loro sanno bene che seguite il lavoro passo dopo passo. E quanto dispiacere e amarezza, ogni volta che avete ricevuto comunicazione di qualche inciampo, di qualche promessa non mantenuta, di forse, qualche furbizia.
Ma ciò che più vi arrovella il pensiero è quel riferimento alle circa 15.000 persone (non lo immaginavate, ma sono davvero tante) coinvolte, cui si aggiungono le loro famiglie, e a quei manifesti esposti alla manifestazione, che in verità all’inizio non capivate troppo. Ad esempio quel “vogliamo comunità non strutture”! Ma, vi domandavate, una comunità non è una struttura? Poi, in realtà qualcosa è entrato se in un documento delle Regioni sui servizi residenziali per il dopo di noi, avete affermato che le comunità devono essere a dimensione familiare! Qualche regione non era d’accordo, ma voi siete stati irremovibili su quel punto. Ed è passato senza tanti problemi!
Ma torniamo al Tavolo di confronto. Forse, è vero, va un po’ a rilento e con un metodo di lavoro che andrebbe forse migliorato; qualche Area Vasta o l’ASUR ogni tanto applica le delibere e magari mette qualche ansia alle famiglie che si vede recapitare una lettera in cui si dice che devono pagare oltre 1000 euro al mese. E’ vero, sarebbe meglio non fosse accaduto ma gli enti sono tanti, le teste pure, coordinare non è facile, nei primi mesi dell’anno sono cambiati i dirigenti; nonostante che non vi stancate giorno dopo giorno di ripetere in ogni occasione, che anche i dettagli sono importanti, che bisogna seguire tutta la filiera; ma non tutto, e vale per ciascuno di noi, può essere perfetto e qualche sbavatura potrà pure esserci!
E però! C’è qualcosa che continua a non portarVi! quando arrivano le comunicazioni della Campagna e immediatamente chiedete ai vostri dirigenti come stanno le cose, se le nostre affermazioni sono giuste o sbagliate, esagerate, velleitarie, ideologiche? Perché a volte i dati portati, gli esempi fatti sembrano puntuali e porre questioni serie, le risposte vi rassicurano, pur non nascondendo qualche fisiologico inciampo.
E’ che a volte dall’esterno non ci si rende conto della complessità del lavoro intrapreso; di un ritardo, va ammesso, accumulato per tanti anni, delle richieste del Ministero. Già il Ministero! Vigila, controlla, chiede conto e noi dobbiamo rispondere. Siamo stati inadempienti per tanti anni e ora, bisogna rendersene conto, ora ci siamo messi in regola e per questo siamo stati anche premiati!
Dunque se il Ministero ha approvato, vuol dire che siamo a posto, si dice “adempienti”; ma allora perché continuano a protestare?
E poi, quando alcuni amici ci chiamano per sollecitare un intervento, una modifica di una delibera, il finanziamento di un nuovo servizio, mica li sentiamo mai lamentarci di queste cose. Noi, in realtà alla fine della conversazione, perché forse non sembra … ma la cosa ci arrovella ….. chiediamo sempre, ma questa storia delle delibere come sta andando? Non possiamo negare che cerchiamo qualche rassicurazione “C’era qualche criticità, è vero, ma abbiamo fatto subito il Tavolo di confronto”. Le risposte non sono poi così allarmate; stiamo lavorando, c’è una buona collaborazione e tutto sembra andare per il verso giusto! Tiriamo un sospiro di sollievo! Si perché l’idea, o peggio l’accusa, di non stare dalla parte dei più deboli, è dura da sopportare. Per quante cose ci dicano … siamo pur sempre una giunta di centro sinistra (cattolici ed ex comunisti che non hanno mai abdicato al dovere della solidarietà), la crisi ha spiazzato anche noi, ma sul sostegno alle persone più in difficoltà no! Lì non si indietreggia. Non possiamo essere confusi con la destra!
Sarà! ma sembra che ci sia qualcosa che sfugge perché puntuale arrivano altre segnalazioni; e sembrano anche puntuali! E la sera tardi, dopo giornate convulse, al ritorno a casa, magari discorrendo con l’autista o ruminando, come i vecchi monaci, affermazioni e parole, continuate a ripeterVi che c’è qualcosa che non vi convince e di nuovo prendete un fogliaccio e scrivete “Chiamare (non vi ricordate il nome) … quelli che protestano e si lamentano (….) riverificare con …. (…), sentire …. chi li conosce … “.
Si dobbiamo farlo in fretta, la chiusura della legislatura è alle porte, siamo anche un pochino in tensione tra noi, ma questo non può e deve essere una difficoltà.
Si domani dobbiamo cercare di capire e …. Stavolta li chiamiamo davvero!
Campagna Trasparenza e diritti
13 novembre 2014