L’Anci ha firmato l’Accordo con la Regione sui servizi sociosanitari?
Campagna “Trasparenza e diritti” - Comitato associazioni Tutela
17 dicembre 2014
- Al Presidente di ANCI Marche
E p.c. - Ai Comuni delle Marche
Caro Presidente Mangialardi,
Ci scusi, ma … non abbiamo ancora capito! L’Anci ha firmato o no l’Accordo (insieme agli altri enti gestori) con la Regione riguardante la modifica degli standard della dgr 1011/2013 e la definizione delle tariffe dei servizi sociosanitari? Secondo la Regione si, visto che l’assessore Mezzolani l’ha scritto in un comunicato stampa e la sigla è presente nella delibera 1331/2014 (anche se a differenza di altri accordi ci sono le sigle ma non le firme).
Poi, tre giorni dopo l’approvazione, la Regione ha avuto incontro con ANCI, e non è chiara la ragione, se la firma era già stata apposta. Alcune amministrazioni, sostengono che ANCI non abbia firmato. Insomma, non ci vuole molto a far sapere come stanno le cose. E magari sarebbe anche importante che i diversi Consigli comunali (da Pesaro ad Ancona, da Falconara Marittima a P.S. Elpidio, a Jesi) che hanno approvato in questi mesi ordini del giorno con contenuti assai diversi da quelli dell’Accordo, ne chiedano formalmente conto.
Il 1° dicembre, all’indomani dell’approvazione della delibera Le avevamo (allegato 1) chiesto chiarimenti, evidenziando le ricadute del provvedimento.
Ricadute ancora più pesanti, per la qualità dei servizi, con le modifiche apportate alla legge 20/2002 con quella di assestamento di bilancio (l. 33/2014). Mai si erano viste modifiche di questo livello in una legge non di settore, apportate peraltro – con urgenza – dalla stessa Commissione. Anche qui non possiamo che registrare l’inquietante silenzio dell’intero Consiglio (ad eccezione del Consigliere Marangoni), compresi il presidente ed i membri della V Commissione. Anche il silenzio ANCI è preoccupante considerato che le modifiche incidono su molti servizi fruiti da migliaia di utenti (centri diurni e comunità alloggio disabili, centri diurni e residenze protette anziani), gran parte dei quali gestiti dai Comuni.
Non stiamo qui di nuovo a dilungarci sui contenuti. Vogliamo evidenziare 3 aspetti che non dovrebbero trovare disattenti i comuni.
a) I Centri diurni (CSER) per disabili ospitano più di mille persone in circa 70 servizi. Molti hanno standard superiori (e dunque tariffe) di quelli previsti dalla Regione. La tariffa più alta (ancorché insufficiente) si applica ad un massimo di 10 utenti per ogni CSER. Per gli altri la riduzione dello standard è del 40%, quella tariffaria dell’ASL di circa il 65% (15,10 contro 43,40 euro). Le ripercussioni (in termini di diritto e di servizio) non sono difficili da valutare.
b) Le tariffe in molti servizi riguardanti la salute mentale (raffrontate con precedenti accordi ASUR) sono sottostimate. Dunque in questo caso rilevanti sono le ricadute sulla qualità con un duplice evidente esito (abbassamento qualità, mantenimento con maggiori oneri);
c) l’aumento delle quote sociali in alcuni servizi diurni e residenziali per anziani non autosufficienti e demenze, che peraltro verrebbero esclusi (forse troppo ricchi), dal fondo di solidarietà in via di definizione da parte della Regione.
Altri come detto, per motivi di brevità, non li aggiungiamo. Ma approfondimenti, se vuole, ci sono nel nostro blog, http://leamarche.blogspot.it/.
Se dunque non avete ancora firmato, pensiamo ci siano ragioni per non farlo e per riprendere una effettiva interlocuzione con la Regione. Se l’avete fatto … potreste sempre dire di esservi pentiti e chiedere con fermezza la riapertura del confronto con la Regione.
Un ultimo punto, ci pare, infine, doveroso evidenziare e comunicare. Evitate di scaricare sulle persone e sulle famiglie i maggiori oneri, magari utilizzando impropriamente e strumentalmente la nuova normativa ISEE. Ci impegneremo a non consentirlo.
In attesa di leggerla, con i più cordiali saluti
Per Trasparenza e Diritti e Comitato Associazioni Tutela
Fabio Ragaini, Giorgia Sordoni, Vittorio Ondedei, Paola Fabri, Roberto Frullini
Allegato 1
1 dicembre 2014
- Al presidente dell’ANCI
e p.c. - Presidenti Comitati dei Sindaci
- Coordinatori Ambiti territoriali
Oggetto: Accordo con regione Marche sui servizi socio sanitari. Dgr 1331/2014. Richiesta ad ANCI Marche di non firmare.
Non sappiamo se ANCI, in qualità di ente gestore, abbia firmato l’Accordo ora recepito con la delibera 1331/2014. Ci auguriamo davvero di no. Tralasciamo, in questa sede, l’inqualificabile comportamento: a) della Regione che ha istituito un Tavolo di confronto con delibera, l’ha svogliatamente portato avanti facendosi beffe delle organizzazioni che dopo le delibere del 2013, avevano imposto tra le proteste di rivederne i contenuti, b) dei firmatari che mentre discutevano in un Tavolo, definivano furtivamente accordi, sugli stessi argomenti nella stanza accanto.
La questione riguarda esclusivamente i contenuti dell’Accordo, che, come sapete, lega le tariffe agli standard, intervenendo e stabilisce le compartecipazioni. Rimane fuori l’atto di fabbisogno. La questione non è irrilevante in quanto la riclassificazione dei servizi, vista l’attuale situazione di grande confusione, non può soggiacere ad alcun automatismo.
Immaginiamo che la Regione abbia rassicurato i Comuni al massimo livello, sulla leva sulla quale siete più sensibili: la spesa (attraverso il fondo di solidarietà). Ai Comuni sarà stato assicurato che non verranno assoggettati nuovi oneri. E forse, l’aggiunta nella delibera della firma dell’Assessore Viventi (assente inizialmente nel verbale) sarà servita per fugare ogni dubbio. Ai gestori, invece è stata data assicurazione riguardo il mantenimento del budget.
Ma le cose, purtroppo, non sono così limpide e lineari. Alla tariffa, infatti, corrisponde uno standard, che è anche importantissimo indicatore di quale modello di servizi si intende sviluppare e proporre. L’apposizione della firma all’Accordo da parte di Anci, sancirebbe:
- l’abbassamento della qualità degli interventi per la grandissima parte dei servizi diurni e residenziali per la disabilità. Come abbiamo innumerevoli molte fatto presente, se si abbassano gli standard due sono le possibilità: a) riduzione qualità del servizio; b) aumento di oneri aggiuntivi a carico degli utenti e dei Comuni (non lo dimenticate). Molti standard, ad esempio, degli attuali Centri diurni disabili (CSER) sono superiori a quelli, più alti, prefigurati nell’allegato 2 che la regione si appresta ad approvare con modifica dei Regolamenti della legge 20/2002. Come più alte sono le tariffe giornaliere (costi) di molti Cser. Ed i Comuni dovrebbero ben saperlo visto che la stragrande maggioranza di questi servizi sono gestiti dagli enti locali.
- l’abbassamento degli standard della gran parte dei CD anziani e demenze,
- la scomparsa del modello delle piccole comunità incompatibile con il minutaggio previsto per le RSA disabili.
- l’abbassamento degli standard nei posti delle comunità protette per la salute mentale
- l’aumento degli oneri sociali, che dunque vi riguarda direttamente, per la gran parte delle RSA anziani pubbliche insieme alla diminuzione degli standard attualmente presenti.
Problemi rilevanti, nonostante le rassicurazioni regionali, riguarderanno migliaia di utenti diffusi nei servizi indicati nell’allegato C.
Qui, http://leamarche.blogspot.it/2014/11/trasparenza-e-diritti-attende-le.html, trovate, se solo vorrete, un lungo elenco si questioni,
Potremmo continuare ma riteniamo possa bastare.
Pensiamo che quelli indicati siano motivi sufficienti per non firmare l’Accordo e chiedere di riaprire una vera trattativa con la regione Marche. Tanto più, dopo che i Consigli comunali di importanti città (Ancona, Pesaro, Falconara M. Porto S. Elpidio, Jesi) negli ultimi mesi hanno votato odg i cui contenuti contrastano con quanto la Regione vi ha sottoposto e chiede di firmare. Si dovrebbe dunque essere conseguenti.
In caso contrario difficile non trarre la conclusione, a) della difficoltà dell’ANCI Marche a capire quello che è in gioco in questo provvedimento; b) l’accettazione, non si sa per quale motivo di diktat regionali; c) il non interesse delle questioni. Non una delle tre questioni è meno grave delle altre.
Confidando di poter leggere nelle prossime ore il Vs rifiuto alla apposizione della firma, accompagnato dalla richiesta di riapertura della trattativa, inviamo cordiali saluti.
Per Trasparenza e Diritti e Comitato Associazioni Tutela
Fabio Ragaini, Giorgia Sordoni, Vittorio Ondedei, Paola Fabri, Roberto Frullini
Il Comunicato stampa del 25 novembre
Servizi sociosanitari nelle Marche. La Regione temendo reazioni convoca oggi per domani una riunione urgente di giunta con all’ordine del giorno un solo punto: la ratifica dell’accordo con gli enti gestori. Si consuma lo strappo definitivo con le associazioni di volontariato e degli utenti.
Le pesanti ricadute (e le responsabilità) sui servizi e sugli utenti
La giunta regionale decide, assumendosi una gravissima responsabilità, di consumare uno strappo fortissimo con le associazioni di volontariato e di tutela e con una forzatura senza precedenti decide di approvare l’accordo sottoscritto la scorsa settimana con gli enti gestori. Mentre il Tavolo di confronto, istituto a seguito delle proteste dello scorso anno, veniva tenuto all’oscuro dei provvedimenti in discussione, Regione e enti gestori trattavano su standard, tariffe e modalità applicative degli interventi. Scoperta del doppio gioco, invece, in un sussulto di dignità, di ritornare sui propri passi confrontandosi anche con le rappresentanze degli utenti, la Regione sceglie lo scontro, portando, furtivamente, l’accordo alla approvazione della giunta straordinaria di oggi.
Ieri per oggi (25 novembre), con urgenza, è stata convocata, infatti, la riunione di giunta regionale con all’ordine del giorno un solo punto: la ratifica con delibera dell’Accordo raggiunto con gli enti gestori (Anaste, Aris, Aiop, Coordinamento cooperative sociali, Comitato gestori strutture assistenziali senza scopo di lucro). Anche l’ANCI Marche era del Tavolo ma sembra non abbia firmato per la sola assenza del rappresentante. Ha indetto, però, una riunione per venerdì prossimo, forse per leggere insieme il testo della delibera già approvata.
Per “Trasparenza e diritti” e “Comitato Associazioni Tutela”, il comportamento della Regione Marche non può che configurarsi come una provocazione. Dismesse le vesti delle colombe indossate durante e dopo la manifestazione del 26 novembre 2013, Il presidente Spacca e l’assessore Mezzolani, nell’indifferenza dell’intero Consiglio regionale, supportati dal direttore Ciccarelli, hanno voluto chiudere la partita contro gli utenti e le associazioni che ne rappresentano gli interessi. Pesanti sono le ripercussioni, come innumerevoli volte, le nostre organizzazioni hanno denunciato, della applicazione di questi provvedimenti, che lo ricordiamo ancora una volta riguardano almeno 15.000 persone. Standard così bassi da impedire la copertura dei turni, chiusura, nei fatti delle piccole comunità, abbassamento della qualità in migliaia di posti, aumento degli oneri a carico degli utenti e dei Comuni. Con l’approvazione della delibera la Regione, insieme ai firmatari dell’accordo - molti dei quali gestori di una fetta di servizi non toccati dal provvedimento e di chi sapendo non ha fatto nulla - si assume una grandissima e pesantissima responsabilità, che nessuna propaganda, per quanto ben architettata, potrà coprire. Non c’era davvero bisogno, di quest’ultimo atto, per ricordare e sigillare, l’operato della giunta. A futura memoria raccomandiamo di non tentare alcun distinguo postumo.
Un fatto troppo grave perché rimanga senza conseguenze.
Campagna “Trasparenza e diritti”
Comitato Associazioni Tutela