Residenze anziani. Il tempo si è fatto breve! Rette utenti e liste di attesa
La Regione conferma che la quota a carico degli utenti nelle RSA anziani è stabilità in 42,50 euro. Ciononostante non interviene nelle situazioni in cui soggetti pubblici e privati chiedono quote superiori. Speculare la situazione per quanto riguarda le residenze protette.Il dato delle liste di attesa è impressionante. Quello che emerge è una insoddisfatta domanda di residenzialità sociosanitaria che oggi viene incanalata, sostanzialmente, in un’unica, spesso inadeguata, offerta tipologica. L’urgenza, che il disinteresse trasforma in emergenza, della risposta deve con rigore porsi, conseguentemente, anche il tema della sua adeguatezza (testo integrale con tabelle nell'allegato file pdf).
1 febbraio 2022
Il giugno scorso ci siamo rivolti (allegato 1) al Garante regionale chiedendo un intervento in merito al rispetto della vigente normativa regionale in tema di contribuzione a carico degli utenti nelle residenze sociosanitarie della nostra Regione. Con riferimento alla nota regionale (all. 2) segnaliamo quanto segue.
RSA anziani e demenze. Nella risposta confermate, come stabilito nella Dgr 1331/2014, che la quota a carico dell’utente ricoverato in RSA, successivo al periodo di esenzione, è di 42,50 giorno. Si chiede per quale motivo da oltre sette anni la regione Marche (e a ruota ASUR Marche), nonostante le ripetute segnalazioni, non interviene a tutela degli utenti, impedendo richieste (di gestori pubblici e privati) superiori alla quota stabilità e dunque illegittime. Si rinnova pertanto la richiesta di intervento al fine del rispetto delle norme regionali. Un rispetto che deve essere inserito, per i privati, anche all’interno degli Accordi contrattuali con ASUR.
Con riferimento, invece, a quanto indicato riguardo i ricoveri di sollievo preme segnalare quanto segue.
1) Nessuna norma regionale stabilisce che nel caso di ingresso dal domicilio la quota a carico dell’utente scatti dal primo giorno.
2) Come abbiamo più volte sostenuto non siamo contrari al fatto che nel ricovero di sollievo si possa prevedere il pagamento della quota alberghiera (ad esempio nel caso in cui sia assimilabile a quello in RP), ma non può esserci alcun automatismo: ricovero dal domicilio non automaticamente è ricovero di sollievo. È la condizione della persona e non il luogo di provenienza che ne definisce il “regime” e l’intensità assistenziale. Quante volte il ricovero dal domicilio viene richiesto a pochi giorni dalla dimissione di un reparto per acuti o al mancato ricovero a seguito di accesso al Pronto Soccorso. Situazioni nelle quali, sarebbe opportuno conoscerne la ragione, non è stata attivata dimissione protetta. Si potrebbe, inoltre, riflettere sul fatto che anche il ricovero in Cure intermedie è gratuito a prescindere dal luogo di provenienza. E nella gran parte dei casi le condizioni dei pazienti ricoverati in queste due tipologie di residenze sono in assimilabili.
RP anziani e demenze. Nella nota di riscontro si espone la normativa riguardante le Residenze protette, ma non si risponde al quesito se sia legittimo assoggettare all’utente, che già assume il costo del 50% della tariffa, ulteriori oneri aggiuntivi per il pagamento integrale di prestazioni sanitarie e sociosanitarie (infermieristiche, riabilitative, tutelari). Non solo; in questi casi l’utente paga più del 50% della tariffa (arrivando, seppur la normativa lo vieta, in molte situazioni a quote sociali superiori del 50% di quella prevista), ma assume anche oneri per interventi di natura strettamente sanitari che rimandano, in molte situazioni, a necessità di livello assistenziale superiore. Quanto al richiamo delle disposizioni normative sulle prestazioni “extra accreditamento” richieste dall’utente, bisognerebbe evitare di cadere nel ridicolo. Sappiamo quanto siano necessarie e presenti a prescindere dalle richieste. La questione è la volontà, tutta politica, di analizzare necessità delle persone e standard conseguenti assicurando i livelli assistenziali cui le persone hanno bisogno. Ripartendo poi le spese (costruite sui costi effettivi) come da vigente normativa.
Riguardo invece la lista di attesa. Alla data del 1° ottobre 2021 risulterebbero in lista 2.543 persone (2206 per RP anziani e 337 per RP demenze). Il dato presentato si avvicina a quello del 2018, è lontanissimo invece da quello dell’aprile 2021 (pag. 2/3). Stimando, sulla base degli ultimi dati in nostro possesso, in circa 5.700 i posti autorizzati (complessivi di RPA e RPD) a fronte dei 4828 convenzionati e senza voler, solo per esigenze di semplificazione, differenziare tra posti per demenze e per non autosufficienti, sono circa 890 quelli attivi e immediatamente convenzionabili. Ne mancherebbero, circa, ulteriori 1.500 (dando per scontato ad esempio che tutte le persone non autosufficienti ricoverate nei posti non convenzionati e quelle nei posti per autosufficienti - CdR - siano inseriti in lista di attesa).
Un numero gigantesco (superiore al 50% dei posti convenzionati), per le sole cifre qui presentate, che indica una urgenza indifferibile di risposta. Non dimenticando che si tratta di un servizio di livello essenziale, e dunque non opzionale, da assicurare (Dpcm 12.1.2017, art. 30).
Ma l’enorme distanza tra domanda (certificata) e offerta disponibile non dovrebbe essere letta esclusivamente come mancanza di posti di Residenza protetta (anziani e demenze) così come oggi regolamentata. Quello che emerge è una insoddisfatta domanda di residenzialità sociosanitaria che oggi viene incanalata, sostanzialmente, in un’unica, spesso inadeguata, offerta tipologica.
L’urgenza, che non va confusa con emergenza, della risposta deve con rigore porsi, conseguentemente, anche il tema della sua adeguatezza.
Tutto quello che non abbiamo fatto, o meglio voluto fare, in tutti questi anni. E’ tempo che il conto non continui ad essere presentato a chi ha il solo torto di essere in condizione di bisogno.
Cordiali saluti
Gruppo Solidarietà
Allegato 1
30 giugno 2021
Oggetto: Rette a carico degli utenti nelle residenze sociosanitarie per anziani. Richiesta intervento.
Con la presente si chiede un Suo intervento nei confronti della regione Marche affinché venga rispettata la vigente normativa riguardo le quote di contribuzione a carico degli utenti nelle residenze sociosanitarie per anziani.
Ci riferiamo, in particolare, alle RSA anziani e demenze (codifica R2 e R2d), per le quali la Dgr 1331/2014, allegato C, stabilisce che la quota a carico dell’utente e/o del Comune sia pari a 42,50 euro/giorno.
Succede, però, che diversi enti gestori (vedi, ma non solo, Gruppo Kos Care) aggiungano alla quota stabilita ulteriori oneri, ad esempio ma non solo, per il pagamento del lavaggio degli indumenti. Peraltro in alcuni accordi contrattuali tra soggetti gestori e ASUR Marche queste e altre prestazioni sono, giustamente, ricomprese all’interno della quota sociale.
Si chiede, altresì, di intervenire, anche riguardo le Residenze protette anziani e demenze (R3 e r3d). In questo caso su due distinte questioni:
a) La possibilità, sempre con riferimento alla DGR 1331/2014 e allo schema di convenzione (DGR 1729/2010) che tra le prestazioni aggiuntive a carico degli utenti possano essere addebitate, oltre ai servizi di confort alberghiero, anche prestazioni sanitarie e sociosanitarie (infermieristiche, riabilitative, tutelari) con oneri che possono arrivare anche al raddoppio della quota prevista (33 euro/giorno). Ciò determina anche il mancato rispetto della ripartizione, al 50% delle quote, tra settore sanità e sociale (Dpcm 12.1.2017, art. 30).
b) conoscere, ad oggi non siamo riusciti ad avere riscontro, la situazione delle persone in lista di attesa in queste strutture. La vigente normativa stabilisce (art. 5, Dgr 1729/2010) che deve essere approntata una lista di attesa a livello distrettuale. Sapere, quante persone, in ogni Distretto sanitario, sono in lista di attesa per un servizio residenziale che rientra tra i livelli essenziali è importantissimo sia ai fini della trasparenza del sistema di accesso sia per verificare l’adeguatezza dell’offerta rispetto alla domanda.
Per approfondire: Quaderni Marche, L’assistenza residenziale anziani nelle Marche. Prima e dopo il coronavirus
Altri materiali in Osservatorio Marche.
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