Centri diurni disabili nelle Marche. Informazioni utili per utenti e associazioni
Le continue richieste di informazioni, che giungono alle nostre associazioni da parte di familiari e associazioni in merito al “funzionamento” dei Centri socio educativi riabilitativi (CSER) rendono necessarie alcune precisazioni.
1) I CSER normati dalla legge 20/2002 e dai Regolamenti attuativi 1/2004 e 3/2006 sono, servizi diurni rivolti a persone disabili “con grave deficit psico fisico”. Ne sono attivi 70 e ospitano 1073 utenti.
2) Con l’approvazione della dgr 1331/2014 e dell’art. 32 della legge 33/2014 (assestamento di Bilancio 2014), sono stati modificati gli standard di personale ed è stata definita tariffa (costo del servizio) e chi è tenuto a pagarla: Quota sanitaria a carico di ASUR e quota sociale a carico di utente e/o Comune.
3) Precedentemente, lo standard era definito in maniera diversa (indicazione rapporto operatore utente con margini di discrezionalità): non era stata fissata la tariffa né quanto avrebbe pagato l’ASUR (sanità) e il Comune (quota sociale sulla quale compartecipa utente), ai sensi della normativa sui livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie. Ciò ha determinato, una situazione differenziata in termini di standard e tariffe. Solo in pochi Centri diurni l’ASUR assumeva parte del costo del servizio, il resto rimaneva a carico dei Comuni che ricevevano dalla regione Marche, attraverso la legge 18/1996, un contributo sostanzialmente pari al 50% del costo sostenuto. Ogni Comune titolare del servizio definiva il criterio di compartecipazione (con situazioni molto differenti da Comune e Comune) a carico degli utenti.
4) A seguito delle norme sopra richiamate sono state introdotte le seguenti novità:
a) Il CSER, viene “sdoppiato”, prevedendo una differenziazione interna sulla base del livello di “intensità assistenziale”. 1) sociosanitario; 2) socioassistenziale.
b) per ogni tipologia di Centro è stato definito standard, numero di utenti, quota a carico della sanità. Solo nel primo è stata definita la tariffa complessiva, pari a 62 euro.
c) Lo standard e la tariffa “sociosanitaria”, vale per un massimo di 10 utenti. Per gli altri utenti (fino ad un massimo di 15) vale standard e quota sanitaria del “socioassistenziale”. Ad esempio, nel caso di un CSER che ospita 15 persone con disabilità, per i “primi” 10 valgono le regole del CD sociosanitario, per i rimanenti 5 quelle del CD socioassistenziale. Permane obbligo del trasporto da parte dell’ente titolare (in genere Comuni).
d) La collocazione nell’uno o nell’altro livello è di tipo amministrativo. Persone in identica condizione, già inseriti all’interno del servizio, sono soggetti a differente regolamentazione.
e) Cambia totalmente il meccanismo di finanziamento dei Centri. La situazione ora è la seguente: Ogni Cser riceve una quota sanitaria che è pari a 43,40 euro per i primi 10 utenti e di 15,10 per gli “eccedenti”. Non esiste più il fondo regionali della legge 18/96 che finanziava i Comuni.
Nella tabella che segue si riassume il quadro della situazione.
Centro diurno |
N. utenti |
Standard |
Tariffa |
Quota sanitaria
|
sociosanitario |
max 10 |
110 m. |
62 |
70%, 43,40 €
|
socioassistenziale |
Eccedenti i 10 |
70 m. |
n.d. |
Forfetaria, 15,10 € |
Complessivamente a livello regionale circa 700 posti (65%) sono considerati sociosanitari, 373 (35%) sono socioassistenziali.
Quali cambiamenti sono stati apportati in termini di standard e di tariffe?
- Standard. Occorre verificare per singolo CD, rispetto alla situazione precedente nella quale il rapporto era definito sul rapporto operatore utente, con possibilità di differenziazione sulla base del progetto personalizzato, quali differenze si determinano con l’introduzione del minutaggio. Per quanto ci risulta nella maggior parte dei Centri diurni delle Marche il nuovo standard è inferiore rispetto al precedente.
E’ quindi possibile che con il nuovo standard possa verificarsi una riduzione, anche significativa, del personale. Occorre tener conto che il minutaggio di 110 minuti/utente vale per i primi 10, per ogni utente in più lo standard è di 70 minuti (riduzione di oltre il 35%).
Nel caso di riduzione del personale tale da non garantire il minutaggio di 110 minuti per tutti gli utenti, è dunque opportuno che i familiari chiedano, pretendendo risposta, all’ente titolare (nella gran parte dei casi Comune) e all’Unità multidisciplinare del distretto sanitario in quale tipologia assistenziale è stato inserito il proprio figlio e dunque di quale standard usufruisce.
- Tariffa. Come detto, la tariffa precedentemente non era definita. Se lo standard era maggiore, anche la tariffa doveva risultare più alta dei 62 euro dei posti “sociosanitari” che, ricordiamo ancora, copre al massimo 10 posti.
- Compartecipazione dell’utente. Le regole che definiscono la compartecipazione a carico dell’utente non cambiano rispetto alla situazione precedente. Perché allora in alcuni Comuni si è richiesto un aumento della quota di compartecipazione? Vale la pena fornire alcune precisazioni.
1) La quota a carico dell’utente va calcolata esclusivamente sulla parte sociale della tariffa.
2) La quota sociale non è quota a carico dell’utente ma quota sul quale l’utente può compartecipare sulla base della prova dei mezzi.
3) Il fatto che la quota sociale sia diversa a seconda della valenza del Centro diurno non cambia in alcun modo il criterio di compartecipazione. Nel caso di Centro diurno socioassistenziale per il quale la quota dell’ASUR è più bassa, aumenta la quota sociale, ma non cambia il criterio di compartecipazione (a meno che la persona con disabilità frequentante il Centro non possegga la certificazione di gravità ai sensi della legge 104/1992).
4) La prova dei mezzi va effettuata sulla base della certificazione Isee. Nel caso di utente con disabilità grave va calcolato il cosiddetto Isee socio sanitario. Nel caso la persona non sia coniugata e non abbia figli il reddito da considerare è quello dell’utente. Per la grande parte degli utenti dei CSER il valore sarà pari o vicino allo zero, tale da rendere difficile la previsione di una quota di compartecipazione (si ricorda che mensa e trasporto non sono servizi accessori o aggiuntivi ma costitutivi del servizio).
Quindi:
a) Nel caso di riduzione del personale i familiari devono chiedere e pretendere risposta della collocazione del proprio congiunto. Se riconosciuto come “sociosanitario” o socioassistenziale”. In questa seconda ipotesi (salvo il caso che non sia in situazione di gravità ai sensi della legge 104/1992), deve chiedere all’ASUR e all’ente titolare l’assicurazione del minutaggio del CD sociosanitario.
b) Va rifiutata ogni richiesta di aumento della compartecipazione, motivata dai contenuti della dgr 1331/2014. Non solo, ma può essere chiesto al Comune la ridefinizione dei criteri di compartecipazione su base Isee (vedi punto 4).
c) Va inoltre ricordato, infine, che siccome i Comuni, rappresentati da ANCI Marche, hanno approvato, tramite Accordo con regione Marche, i contenuti della dgr 1331/2014, erano evidentemente consapevoli degli effetti che si sarebbero determinati e quindi pronti ad assumerli e non a scaricarli sugli utenti.
Campagna Trasparenza e diritti
Per informazioni e chiarimenti: 393-9046151 (ore ufficio), E mail: trasparenzaediritti@gmail.com
Qui alcuni utili approfondimenti
- Marche. Centri diurni disabili. Il necessario cambiamento
- Alcune riflessioni sui “nuovi” Centri diurni disabili della regione Marche
- Marche. La convenzione 2015 dei Centri diurni disabili
14 febbraio 2016
Campagna “Trasparenza e diritti”. Tribunale della salute, Ancona, Unione italiana lotta distrofia muscolare (Uildm), Ancona, Cooperativa Progetto Solidarietà, Senigallia (An), Cooperativa Papa Giovanni XXIII, Ancona; Ass. nazionale genitori soggetti autistici (Angsa Marche), Ancona, Ass. Il Mosaico, Moie di Maiolati (An), Gruppo Solidarietà, Moie di Maiolati (An), Fondazione Paladini, Ancona, Ass. Tutela salute mentale Vallesina, Jesi, Cooperativa Grafica & infoservice, Monte san Vito (An), Confcooperative Federsolidarietà (Marche), Cooperativa Casa Gioventù, Senigallia (An), Progetto Area, Ancona; Ass. La Rondine, Ancona, Rete diritti operatrici/tori sociali, Ancona; Centro H, Ancona, Anglat Marche. Cooperativa “Amore e Vita”, Ancona, Fondazione Arca Senigallia, Ascoop, Ancona, Ass. familiari Alzheimer, Fano, Ordine assistenti sociali regione Marche, Coordinamento territorio disabilità Pesaro/Urbino, Comitato AMA, Associazioni Marchigiane Alzheimer, Ass. Qui salute donna, Ancona.
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