Riflessioni su post acuzie e cronicità nel territorio del Distretto di Jesi
L’intervista (RdC del 16 novembre 2019, di seguito riportata) al dottor Marco Candela, primario del reparto di Medicina dell’Ospedale di Jesi, suggerisce alcune riflessioni. Più in generale, mi sembra, sia necessario affrontare il tema della cura e dell’assistenza alle persone non autosufficienti anche a seguito di episodi di acuzie, a più livelli. Un primo aspetto che prescinde dai contenuti dell’intervista non andrebbe dimenticato. Ovvero il fatto che a Jesi presso l’ex ospedale Murri era prevista (dal 1997) la realizzazione (con il finanziamento ministeriale della legge 67/1988 per la parte strutturale) di 80 posti di Residenza sanitaria assistenziale. Fondi che sono poi stati stornati per permettere il completamento dell’Ospedale Carlo Urbani. N.B. Nell'articolo si da conto del passaggio dall'Area vasta 2 di Ancona all 3 di Macerata dei Comuni di Apiro, Poggio San Vicino e Cingoli. Quest'utlimo sede di ospedale. Il passaggio non è più avvenuto e quindi non si deve tener conto del contenuto dell'allegato 1.
Di cosa hanno bisogno le persone in dimissione ospedaliera che a causa delle loro condizioni non possono rientrare al domicilio? La RSA ha il compito di rispondere alla fase post acuta della malattia? Superata questa fase cosa offre il nostro territorio per tutte le persone che a causa di una sopraggiunta non autosufficienza (in un quadro che seppur in maniera imprecisa possiamo definire di “cronicità”) non possono rientrare a domicilio? Ma, allo stesso modo, per tutte le persone che vivono al domicilio per le quali la sopraggiunta condizione di non autosufficienza richiede un intervento di tipo residenziale? Mettere insieme i diversi pezzi del sistema (la tipologia di domanda e offerta) ci aiuterebbe, forse, a progettare un sistema di interventi a tutela delle persone anziane e non solo. Vedi gli altri approfondimenti.