Data di pubblicazione: 26/04/2020
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Coronavirus e sostegni domiciliari. La sconcertante assenza regionale


Gruppo Solidarietà - Osservatorio Marche  n. 105 del 26 aprile 2020

Ad oggi (26 aprile) la regione Marche non ha emanato alcun atto di indirizzo  riguardante il sostegno alle persone non autosufficienti (disabili e anziani) che vivono a domicilio[1]. Persone per le quali alcuni servizi (Centri diurni) sono stati chiusi e altri (interventi domiciliari) in molti casi sono stati ridotti e/o sospesi. Un’assenza che appare, a tutti gli effetti,  una fuga dalle proprie responsabilità e competenze. Tutto questo in  una situazione di  fai da te territoriale nel quale se c’è coincidenza di professionalità e volontà si attivano sostegni; se invece questo non c’è, ed a farla da padrone è l’approccio accidioso/ amministrativo/difensivo, si sperimenta il vuoto.

            Una situazione nella quale, nel migliore dei casi, la regione Marche ha assunto il ruolo di osservatore. 

            Vale la pena presentare un breve percorso cronologico/normativo, che aiuti a capire quanto sia sorprendente  l’assenza di un qualsivoglia atto regionale di governo. Ma, come è noto, nelle situazioni di criticità si palesano e amplificano le capacità/incapacità dei sistemi di farvi fronte. Se sei in difficoltà in condizione ordinaria, una situazione come la presente può, nel migliore dei casi, travolgerti[2]

- 9 marzo  (D.L 14/2020). All’articolo 9, “Assistenza a persone e alunni con disabilità”, si dettano indicazioni riguardanti interventi alternativi per gli alunni con disabilità, a seguito della chiusura delle scuole, e l’attivazione di interventi domiciliari nei casi di persone con disabilità, per le quali venisse valutata non opportuna la frequenza dei Centri (norma che pochi giorni dopo avrebbe perso di validità con le disposizioni che prevedevano la chiusura dei Centri diurni stessi).

- 10 marzo (Ordinanza presidente giunta regionale, n. 4). Si dispone la chiusura dei Centri diurni sanitari e sociosanitari (disabilità, salute mentale, anziani) con indicazione agli enti territoriale di “incentivare percorsi di domiciliarità e/o prossimità”.

- 17 marzo (DL 18/2020, “Cura Italia”). Gli articoli 47 e 48  prevedono che, durante la sospensione della scuola e dei servizi diurni, vengano attivati servizi domiciliari. La formulazione dei due articoli è pessima, ma l’obiettivo è chiaro: assicurare sostegni domiciliari agli alunni con disabilità e alle persone che frequentavano centri diurni. Indicazioni confermate dalla Circolare 1/2020 del Ministero del lavoro e politiche sociali.

            Come emerge dalla sintesi sopra esposta, nessun provvedimento dispone invece la sospensione dei sostegni domiciliari (tutelare, educativa). In realtà, e per diverse ragioni (scelta degli utenti, mancanza dispositivi, scelte degli enti territoriali), anche questi servizi  sono stati sospesi e/o ridotti[3].

           Com’è dunque  possibile che in tutto questo tempo la regione Marche non abbia ritenuto suo compito dare disposizioni attuative per affrontare in maniera concreta e omogenea su tutto il territorio regionale, i tanti problemi presenti? Ad esempio:

- il raccordo tra servizi di valutazione e presa in carico distrettuali (UV/UM) e i Comuni/Ambiti, ai fini della continuità degli interventi o dell’ attivazione di sostegni domiciliari alternativi alla chiusura dei Centri diurni;

- le disposizioni riguardanti gli interventi educativi domiciliari degli alunni con disabilità;

- la possibilità/modalità di utilizzo delle sedi dei servizi, (come da indicazioni del Decreto cura Italia), valutando quindi la possibilità di svolgere attività in luoghi diversi dall’abitazione delle persone[4];

          Se appare ormai chiaro che la convivenza con il virus sarà purtroppo ancora lunga, con il conseguente mantenimento di strategie e pratiche di prevenzione del contagio, non possiamo aspettarci un ritorno alla normalità in tempi brevi. Occorre che, senza ulteriore dilazione, la Regione assuma con determinazione il proprio ruolo di indirizzo, programmazione, verifica e controllo: competenze e responsabilità che non rientrano tra gli optional, in quanto obblighi istituzionali.

 

Per approfondire

- Interventi domiciliari e residenze sociosanitarie. Due interrogazioni 

- Sostegni domiciliari e assistenza residenziale 

- Assicurare sostegni alle persone non autosufficienti 

- Chiusura Centri diurni e interventi di sostegno domiciliare

- VIDEO. Coronavirus e impatto nei servizi territoriali. Il Gruppo Solidarietà al TG Marche (23 aprile)

Vedi anche l’approfondimento, Speciale Coronavirus. Norme, documenti, analisi

NEWS - Il nuovo libro del Gruppo Solidarietà, Castelplanio 2020, pag. 104, euro 12.00

PERSONE CON DISABILITA’. Politiche, sostegni, interventi, servizi

 

[1] La presente scheda non affronta le problematiche dei servizi residenziali, per i quali  l’impegno regionale non mostra differenza. Nessuna disposizione regionale è stata impartita. L’unico provvedimento è stato assunto dall’ASUR (che non è … la Regione) con la determina ASUR del 3 aprile, disciplinante le modalità di sostegno dell’Azienda sanitaria alle (sole) strutture residenziali sociosanitarie per anziani: Cure intermedie, Residenze sanitarie assistenziali, residenze protette.

[2] Abbiamo già presentato alcuni dati dei beneficiari dei servizi pre-emergenza. Centri diurni (salute mentale, anziani disabili): circa 2300 persone. Educativa domiciliare e assistenza alle persone disabili: circa 2500. Tirocini inclusione disabili: circa 2000; Assistenza comunale anziani: circa 2400. Alunni con disabilità: circa 7.000, la metà con educativa scolastica. Circa 500 (Malati di SLA,  Vita indipendente, Minori con malattia rara), sono le persone beneficiarie di contributo economico per acquisto servizi (con o senza obbligo assunzione assistente).  I dati sono ripresi da documenti regionali e Rapporti nazionali. Per approfondire: Il sostegno alla domiciliarità nelle Marche e qui da pag. 8.

[3] Sarà interessante  peraltro  verificare come avverrà il  trasferimento dei fondi  regionali relativi agli interventi sospesi (applicazione del comma 2 dell’articolo 48 del DL 18/20 - pagamento ai gestori dei servizi sospesi).

[4] Ad esempio alcune famiglie con figli con disabilità intellettiva  hanno chiesto la sospensione del servizio, o la non riattivazione, ritenendo fosse pericolo per la salute o inutile, svolto a  domicilio. In realtà l’intervento, nel rispetto delle regole di distanziamento e sicurezza, nel caso il progetto lo preveda, non obbliga che il sostegno domiciliare avvenga esclusivamente all’interno dell’abitazione.


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