Sostenere la domiciliarità. Assistere e curare a casa
ritorna
AA.VV., Sostenere la domiciliarità. Assistere e curare
a casa, Castelplanio 2009, p. 112, euro 11.50.
Il
quaderno analizza il quadro normativo nazionale delle cure domiciliari:
le scelte organizzative delle singole regioni, l’esperienza del
sostegno alla domiciliarità attraverso lo strumento dei buoni servizio
e degli assegni di cura, il ruolo delle Unità valutative. Un’ultima
parte è dedicata alla regione Marche attraverso la verifica del
funzionamento del sistema delle cure a domicilio, seguita da una doppia
analisi del sistema dei servizi territoriali per la disabilità
e per malati non autosufficienti. Il quaderno intende richiamare l’attenzione
sul sostegno alla domiciliarità, indicando quali sono i diritti
delle persone ed i doveri delle istituzioni insieme alle scelte organizzative
che possono aiutare le famiglie che intendono assistere un proprio congiunto
a domicilio. E’ necessario quindi che all’enfasi nei confronti
della domiciliarità si accompagnino le conseguenti scelte in termini
di finanziamento e di organizzazione. Le ricorrenti analisi che segnalano
una maggiore diffusione delle cure a domicilio non devono trarre in inganno:
una cosa sono le prestazioni erogate, altro è la presenza di un
effettivo servizio di cure a domicilio. All’aumento delle prestazioni
non equivale, infatti, automaticamente la presenza di un reale sistema
di cure domiciliari che garantisce la presa in carico. Troppo spesso,
purtroppo, le famiglie che scelgono la strada dell’accoglienza a
casa di malati gravi si sentono tradite e abbandonate dai servizi sociosanitari
territoriali. Il quaderno - a dieci anni dalla pubblicazione di “Curare
e prendersi cura: la priorità delle cure domiciliari” (1999)
- intende portare nuovamente l’attenzione sulle cure a domicilio
affinché siano più compiutamente sviluppate.
Introduzione
A dieci anni dal quaderno “Curare e prendersi cura: la priorità
delle cure domiciliari” (1999), ritorniamo sui temi del sostegno
alla domiciliarità con un nuovo quaderno. In questo analizziamo
i seguenti aspetti: il quadro normativo nazionale delle cure domiciliari
e le scelte organizzative delle singole regioni; l’esperienza del
sostegno alla domiciliarità attraverso lo strumento dei buoni servizio
e degli assegni di cura; il ruolo delle Unità va-lutative. Un’ultima
parte è dedicata alla regione Marche attraverso la verifi-ca del
funzionamento del sistema delle cure a domicilio, seguita da una dop-pia
analisi del sistema dei servizi territoriali per la disabilità
e per malati non autosufficienti.
Siamo voluti tornare su questo tema per richiamare l’attenzione
sul sostegno alla domiciliarità indicando quali sono i diritti
delle persone ed i doveri delle istituzioni insieme alle scelte organizzative
che possono aiutare le famiglie che intendono assistere un proprio congiunto
a domicilio.
Occorre però essere molto chiari. Le ricorrenti analisi che segnalano
una maggiore diffusione delle cure a domicilio non devono trarre in ingan-no.
Una cosa sono le prestazioni erogate, altro è la presenza di un
vero, ef-fettivo servizio di cure a domicilio. All’aumento delle
prestazioni non equi-vale automaticamente la presenza di un reale sistema
di cure domiciliari che garantisce la presa in carico. Troppo spesso le
famiglie che scelgono la stra-da dell’accoglienza a casa di malati
gravi si sentono tradite e abbandonate dai servizi territoriali e sono
costrette a ricorrere a prestazioni a pagamento se vogliono assicurare
al congiunto le cure adeguate.
E’ necessario quindi che all’enfasi nei confronti della
domiciliarità si accompagnino le conseguenti scelte in termini
di finanziamento e di orga-nizzazione. Così da evitare che le famiglie
“in nome dell’umanizzazione del-le cure, si ritrovino i propri
cari bisognosi di assistenza scaricati a domicilio (…). Mentre si
vanno moltiplicando le sperimentazioni di nuovi modelli nell’organizzazione
della cura tra ospedale e domicilio (…) non bisogna cessare di tenere
alta la vigilanza sulla qualità delle cure domiciliari. La re-torica
sulla casa non deve fare strada a una pratica dell’assistenza regressiva
rispetto alle conquiste della medicina recente” (Sandro Spinsanti,
in Janus, n. 30/2008).
L’auspicio è dunque quello di un effettivo e reale investimento
nelle cure a domicilio. Un compito che riguarda governo e Regioni. Tra
le novità positive della revisione dei LEA emanate,a fine legislatura,
dal precedente Governo c’erano le indicazioni sulle cure a domicilio.
Il nuovo Governo non ha promulgato il decreto e le novità non sono
state introdotte. L’auspicio è che in tempi brevi quelle
indicazioni possano essere definitivamente emana-te. In ogni caso le Regioni
possono, alcune già lo fanno, prevedere e dunque assicurare ai
cittadini un sistema di cure a domicilio adeguato alle loro esi-genze.
Si tratta pertanto di passare dagli auspici alla realizzazione.
Gruppo Solidarietà
Indice
- Introduzione
- Le cure domiciliari in Italia. Riferimenti organizzativi, Franco Pesaresi
- L’organizzazione delle cure domiciliari nelle regioni, Franco
Pesaresi
- L’assistenza sociosanitaria domiciliare: un servizio per la
tutela del diritto alle cure, Mauro Perino
- Buoni di servizio: contributi in denaro o titoli di credito?, Mauro
Perino
- Il nuovo regolamento dell’Unità di Valutazione Geriatrica
dell’ASL 5 di Collegno (To), Maria Pia Chianale, Mauro Perino
- Sull’organizzazione e funzionamento delle cure domiciliari nelle
Marche
- La programmazione dei servizi sociosanitari per persone disabili nelle
Marche, Fabio Ragaini
- Servizi sanitari e sociosanitari nelle Marche e soggetti deboli, Fabio
Ragaini
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